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Concessioni balneari: anche l’ultima proroga è illegittima!

Concessioni balneari di nuovo in bilico: il TAR Liguria con la sentenza n. 869/2024 riapre in modo clamoroso (ma non inatteso…) il tema della scadenza delle concessioni per gli stabilimenti balneari che, secondo i giudici genovesi, è rimasta al 31/12/2023.

Concessioni demaniali e diritto dell’Unione

 

Il tema delle concessioni balneari è noto.

 La Direttiva n. 2006/123/CE (cd. “Bolkenstein”) in attuazione dellart. 49 del Trattato di Funzionamento dell’Unione Europea, al fine di garantire un effettivo diritto di stabilimento delle imprese su tutto il territorio eurounitario, ha stabilito il principio dell’assegnazione a mezzo di procedure di evidenza pubblica dei beni di cui vi sia “scarsità” in senso economico del termine.

Fra questi beni, come ancora recentemente confermato sia dalla Corte di Giustizia UE che dal Consiglio di Stato, rientrano anche i beni demaniali e nello specifico le concessioni demaniali ad uso balneare turistico e sportivo.

 

La proroga Draghi

 

A seguito delle note sentenze n. 17 e 18 del 2021 del Consiglio di Stato in adunanza plenaria,  e sull’ondata di proteste dei gestori attuali delle concessioni balneari, che vedevano così spazzati via anni di investimenti senza prospettive per il futuro, il Governo Draghi era corso ai ripari concedendo una proroga tecnica agli enti locali per la predisposizione delle procedure di affidamento sino al 31/12/2024 mediante il D.L. 29/12/2022, n. 198, convertita in L. 24/2/2023, n. 14 , pubblicata in Gazzetta ufficiale il 27/02/2023.

Tale proroga tuttavia, è durata circa… tre giorni!

 

La Sentenza del Consiglio di Stato 2192 del 2023

 

Con la Sentenza 2192 del 2023 pubblicata il 01/03/2023, infatti il Consiglio di Stato ha spazzato via in un colpo tutte le proroghe approvate negli anni precedenti, inclusa quella della legge di conversione fresca di stampa, affermando che “Non solo i commi 682 e 683 dell’art. 1 della l. n. 145 del 2018, ma anche la nuova norma contenuta nell’art. 10-quater, comma 3, del d.l. 29 dicembre 2022, n. 198, conv. in l. 24 febbraio 2023, n. 14, che prevede la proroga automatica delle concessioni demaniali marittime in essere, si pone in frontale contrasto con la sopra richiamata disciplina di cui all’art. 12 della direttiva n. 2006/123/CE, e va, conseguentemente, disapplicata da qualunque organo dello Stato

Tale sentenza, ha pertanto riportato le lancette dell’orologio delle concessioni balneari al 31/12/2023.

La proroga Meloni

 

Dopo la caduta del Governo Draghi e l’insediamento del Governo Meloni, la normativa veniva ulteriormente rimaneggiata, a seguito – così è stato detto – di una “interlocuzione” con la Commissione Europea che avrebbe avvallato la richiesta italiana di concedere una ulteriore proroga delle concessioni in essere sino al 2027, prevedendo precise tempistiche per l’organizzazione delle gare pubbliche.

Tale intervento normativo si è concretizzato con l’emanazione del Decreto Legge n. 131/2024 convertito in Legge n. 166 del 14/11/2024.

 

Anche la proroga Meloni è illegittima!

 

Tutto risolto quindi? Assolutamente no…

Se già la proroga Draghi era caduta sotto le censure della magistratura amministrativa, oggi per la prima volta il TAR Liguria disapplica non solo quella proroga, ma anche la “nuova” neonata appena convertita in legge, in quanto in contrasto con il diritto Eurounitario.

Si tratta indubbiamente dell’ennesimo segnale lanciato dalla magistratura amministrativa che ribadisce ancora una volta che tutte le proroghe concesse dal 2009 in avanti sono prive di ogni i effetto giuridico, con la conseguenza che tutti gli enti pubblici – in primis le autorità amministrative dei Comuni ed Enti Locali – sono tenuti a disapplicarle.

La pronuncia dunque, per quanto non sorprenda nel contenuto, è indice di una tendenza che potrebbe portare lo stesso TAR Liguria anche ad accogliere i ricorsi presentati dal Garante della Concorrenza contro tutti i comuni costieri liguri che discostandosi dal parere dello stesso garante in ordine alla necessità di indire le procedure di gara, non vi hanno provveduto nel corso del 2024, confermando l’adeguamento alla proroga legislativa (illegittima!).

 

Scenari futuri tra esigenze di tutela dei concessionari e libera concorrenza

 

In questo panorama a rimetterci sono ovviamente gli operatori economici: sia i titolari di concessioni che vedono il loro futuro quanto mai incerto, sia quei soggetti economici che, al contrario, attendono le gare per investire su un mercato certamente molto promettente.

Gli uni e gli altri, visti i tempi che corrono, hanno in comune un’esigenza: quella di prepararsi per tempo per affrontare procedure di gara sicuramente complesse che inevitabilmente – volenti o nolenti le amministrazioni locali – dovranno essere bandite nei prossimi mesi.

Il tutto, peraltro, in un contesto normativo ancora assai incerto: mentre è allo studio il tanto atteso “Decreto Indennizzi”, ossia quel provvedimento che dovrebbe stabilire i criteri per “indennizzare” gli attuali concessionari che si vedrebbero tolta la concessione per metterla a gara (i bene informati lo danno in pubblicazione nel mese di marzo), già si addensano le nubi della Commissione UE e della Corte di Giustizia che non sembrano vedere di buon occhio una “buona uscita” che – inevitabilmente – avrebbe l’effetto di distorcere la concorrenza, determinando un vantaggio competitivo per gli attuali gestori in sede di gara.

Dire cosa accadrà nei prossimi mesi è difficile: sicuramente per tutti coloro che sono interessati a mantenere o ad acquisire una concessione balneare il consiglio è di cominciare da subito ad attrezzarsi per non arrivare impreparati alle gare.

Come dicevano i latini… “si vis pacem, para bellum“!

 

Avv. Alessandro Chirivì – Avv. Alberto Michelis